Elenco di prodotti per marca Masseria Antonio Esposito Ferraioli

La Masseria Antonio Esposito Ferraioli è il bene confiscato più grande dell’Area metropolitana di Napoli. Si estende su una superficie di circa dodici ettari, pari a 120mila metri quadri.

Dal 1 marzo 2017 è stato assegnato a una rete di cooperative, associazioni e organizzazioni.
La Masseria porta il nome di Antonio Esposito Ferraioli, cuoco, scout e sindacalista della CGIL, vittima innocente della camorra.

la Masseria Antonio Esposito Ferraioli, è gestita da una Associazione Temporanea di Scopo composta da: Consorzio Terzo Settore, Cooperativa L’Uomo e il Legno, Cooperativa Giancarlo Siani, CGIL Napoli ed Associazione Sott’e’ncoppa.


Il territorio di Napoli nord ha visto forme arcaiche di organizzazione camorristica passare a sistemi illegali organizzati in modo imprenditoriale, che purtroppo ancora imperversano e controllano svariati settori economici (traffico degli stupefacenti, finanziamento e conduzione degli appalti pubblici, smaltimento illegale dei rifiuti). Dalla Masseria Antonio Esposito Ferraioli nasce la proposta di modello di società civile che crede nella cultura della legalità e svolge le proprie attività sui beni confiscati con l’esplicito intento di restituire ai cittadini il maltolto dei clan. Oltre all'attività agricola, la Masseria Ferraioli svolge un'importante attività educativa soprattutto nel campo dell'educazione alla legalità, ospita incontri formativi con le scuole, ha ospitato i campi di impegno e formazione organizzati da Libera, dedica oltre 10.000 metri quadri per l’importante attività degli orti urbani che coinvolgono oltre 100 cittadini.


Si parte dalla coltivazione dei terreni confiscati per realizzare un’agricoltura non solo di qualità, ma sociale, che mette al centro la persona e la comunità di riferimento. Le attività sono finalizzate al coinvolgimento della collettività, per il cambiamento socio culturale del territorio e per rendere sempre di più i beni confiscati e comuni simboli e risorse di comunità libere dalla camorra. Sul bene confiscato di Afragola, seminano, coltivano e raccolgono mentre la trasformazione avviene in piccoli laboratori estremamente qualificati.

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